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LE ORIGINI

 

 

 

 

 

 Il più grande mercato assicurativo del mondo ebbe origine nella Londra di fine XVII° secolo, ed era composto, allora come oggi, ovviamente da assicurandi, da brokers (mediatori) e da underwriters (sottoscrittori).
    Nato spontaneamente con lo sviluppo del commercio marittimo, grazie al bisogno di sicurezza da una parte ed alla passione per la scommessa dall’altra, aveva delle caratteristiche tali che, viste con la lente d’ingrandimento della società moderna, non finirà mai di stupire per l’improvvisazione e la lungimiranza; spiegabile unicamente con le regole non scritte del libero mercato. In sostanza, ogni qualvolta una nave si apprestava a salpare, un broker (nella veste di agente dei commercianti e degli armatori) contattava tanti sottoscrittori-scommettitori quanti erano necessari in base alle percentuali che ciascuno riteneva di poter accettare, concordava le condizioni e redigeva la polizza per le firme dei contraenti, come avviene oggi.
    Il funzionamento era garantito dalla competenza, dalle conoscenze e dall’onestà del broker, al quale si rivolgevano i clienti bisognosi di garantirsi contro i danni economici conseguenti alla perdita o al danneggiamento dei beni personali che viaggiavano per mare. Ovviamente, la prima preoccupazione del broker era quella di accertarsi sulla solvibilità dei sottoscrittori (preferibilmente associati coi Lloyd’s), valutando accuratamente la consistenza dei mezzi finanziari degli stessi e saper distinguere fra forti e deboli, per limitare al minimo la possibilità che anche una sola delle polizze da lui redatte fosse sottoscritta da persona di dubbia solvibilità.
    Va comunque precisato che un sottoscrittore rispondeva (come continua ad avvenire anche adesso) in base al principio della responsabilità individuale, anche nel caso che la ditta di cui era socio fosse fallita. Questa é anche la chiave di lettura che ci permette di capire perché, nonostante mille traversie, il mercato dei Lloyd’s ha continuato a crescere e ad affermarsi in ogni angolo dei cinque continenti. In ogni caso, il broker, metteva in gioco anche la sua credibilità professionale.

    E’ in questo contesto socioeconomico che l’albero genealogico dei brokers d’assicurazione mette radici nella famosa coffee-house di Edward Lloyd (fondatore inconsapevole dei mitici Lloyd’s) già dal 1698, contemporaneamente alla nascita della moderna assicurazione.

    Inizialmente preferivano farsi chiamare office-keepers (titolari d’ufficio) a causa della connotazione un po’ truffaldina del termine brokers, che in origine veniva attribuito a vecchi commercianti privi di ogni moralità, disposti a tutto pur di far soldi.

    Solo dopo il 1700 il termine fu associato direttamente all’assicurazione grazie al lavoro dei brokers impegnati nell’assicurazione marittima che, dedicandosi a tempo pieno all’attività assicurativa, avevano un ufficio e servivano come punto di riferimento stabile in un mercato molto fluttuante a quanti erano interessati seriamente a tutto ciò che, solcando il mare, raggiungeva i luoghi più remoti della terra, dovendo affrontare mille insidie.

    Le cronache del tempo rimandano, senza ombra di dubbio, l’immagine del broker contemporaneo:
- sempre interessato ad assicurare i beni del suo cliente come se fossero suoi;
- sempre teso ad ottenere le migliori condizioni per il suo cliente;
- sempre attento alla gestione sinistri, che sono il segnale della solvibilità degli assicuratori.
    Così stavano le cose nel XVII° secolo e così stanno oggi, ormai alla fine del XX°.

    Ed allora ci si chiederà: perché questo benedetto broker d’assicurazione é poco conosciuto in Italia?

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